È vero che la celiachia non è né un'intolleranza né un'allergia?
È vero che è sempre preferibile consumare prodotti senza glutine?
Falso!
I prodotti commerciali esenti da glutine sono necessari per gli affetti da celiachia, allergici ed intolleranti al glutine. La dieta esente da glutine è pertanto una vera e propria terapia che va adotatta solo da chi ne abbia veramente necessità, secondo le indicazioni del medico allergologo.
I prodotti commerciali esenti da glutine sono necessari per gli affetti da celiachia, allergici ed intolleranti al glutine. La dieta esente da glutine è pertanto una vera e propria terapia che va adotatta solo da chi ne abbia veramente necessità, secondo le indicazioni del medico allergologo.
È vero che in etichetta devono essere indicati gli alimenti allergizzanti anche se presenti in tracce?
Vero!
Gli allergeni devono essere indicati nella lista degli ingredienti anche se presenti solo in tracce o contenuti in un diverso ingrediente. Gli allergeni che devono essere segnalati in grassetto o maiuscolo, sono: cereali contenenti glutine; crostacei; uova; pesce; arachidi; soia; latte frutta a guscio; sedano; senape; semi di sesamo; lupini e molluschi.
Gli allergeni devono essere indicati nella lista degli ingredienti anche se presenti solo in tracce o contenuti in un diverso ingrediente. Gli allergeni che devono essere segnalati in grassetto o maiuscolo, sono: cereali contenenti glutine; crostacei; uova; pesce; arachidi; soia; latte frutta a guscio; sedano; senape; semi di sesamo; lupini e molluschi.
È vero che l'assenza di etichetta non ne esclude la presenza?
Vero!
Non tutti i produttori sono in grado di escludere contaminazioni accidentali dei loro prodotti con alimenti allergizzanti non utilizzati volontariamente nelle lavorazioni. Per avvertire di questo rischio (ed in qualche misura cercando di trasferire la responsabilità dell'eventuale assunzione sui consumatori), appongono scritte tipo: "può contenere…" o ancora "può contenere tracce di…". Particolare attenzione, quindi, alla lettura delle etichette.
Non tutti i produttori sono in grado di escludere contaminazioni accidentali dei loro prodotti con alimenti allergizzanti non utilizzati volontariamente nelle lavorazioni. Per avvertire di questo rischio (ed in qualche misura cercando di trasferire la responsabilità dell'eventuale assunzione sui consumatori), appongono scritte tipo: "può contenere…" o ancora "può contenere tracce di…". Particolare attenzione, quindi, alla lettura delle etichette.
È vero che gli allergici al latte di vacca possono sostituirlo con quello di capra?
Falso!
L'allergia al latte vaccino è una delle più diffuse in Italia e deve essere assolutamente evitato anche il consumo di latte di altre specie animali quali capre, bufale e pecore. Solo sotto controllo medico può essere ammesso il consumo di latte di asina e cavalla. Deve essere tenuto presente, inoltre, che non esiste alcuna differenza tra l'intolleranza al latte e quella al lattosio che non è altro che uno zucchero contenuto nel latte.
L'allergia al latte vaccino è una delle più diffuse in Italia e deve essere assolutamente evitato anche il consumo di latte di altre specie animali quali capre, bufale e pecore. Solo sotto controllo medico può essere ammesso il consumo di latte di asina e cavalla. Deve essere tenuto presente, inoltre, che non esiste alcuna differenza tra l'intolleranza al latte e quella al lattosio che non è altro che uno zucchero contenuto nel latte.
È vero che il vino rosso contiene meno solfiti del bianco?
Vero!
I solfiti sono sali naturalmente presenti nel vino ed avendo proprietà conservanti possono essere aggiunti per preservare il vino nella vinificazione (e220-e228). Tutti gli alimenti che contengono più di 10mg/l di solfiti devono riportarne la presenza in etichetta, perché vi sono persone intolleranti a queste sostanze. Il vino rosso contiene generalmente una minore quantità di solfiti rispetto ai vini bianchi, in particolare di quelli dolci o spumanti. Le birre presentano concentrazioni di solfiti basse. Il vino rosso, inoltre, è più ricco di sostanze antiossidanti di quelli bianchi.
I solfiti sono sali naturalmente presenti nel vino ed avendo proprietà conservanti possono essere aggiunti per preservare il vino nella vinificazione (e220-e228). Tutti gli alimenti che contengono più di 10mg/l di solfiti devono riportarne la presenza in etichetta, perché vi sono persone intolleranti a queste sostanze. Il vino rosso contiene generalmente una minore quantità di solfiti rispetto ai vini bianchi, in particolare di quelli dolci o spumanti. Le birre presentano concentrazioni di solfiti basse. Il vino rosso, inoltre, è più ricco di sostanze antiossidanti di quelli bianchi.
È vero che chi è allergico alle uova deve evitare di consumare pollame?
Falso!
Salvo rari casi, chi è allergico alle uova può mantenere nella sua dieta la carne di pollo, ma deve evitare l'assunzione di uova di qualsiasi specie animale. I prodotti da forno come i biscotti che contengano uova possono essere tollerati. La sperimentazione della tolleranza individuale a qualsiasi allergene, sia chiaro, va fatta sempre sotto il controllo di un medico allergologo.
Salvo rari casi, chi è allergico alle uova può mantenere nella sua dieta la carne di pollo, ma deve evitare l'assunzione di uova di qualsiasi specie animale. I prodotti da forno come i biscotti che contengano uova possono essere tollerati. La sperimentazione della tolleranza individuale a qualsiasi allergene, sia chiaro, va fatta sempre sotto il controllo di un medico allergologo.
È vero che l'allergia al pesce viene anche detta allergia all'anisakis o sindrome sgombroide?
Falso!
Per allergia al pesce s'intende la reazione di soggetti predisposti alle proteine presenti solo in alcune specie di pesci. Tra quelli più allergenici il merluzzo ed il salmone anche cotti. L'anisakis è invece un parassita presente soprattutto nel pesce azzurro che può provocare non solo reazioni allergiche, ma anche intossicazioni. Gli effetti della presenza dell'anisakis sono più severi se il pesce viene mangiato crudo o poco cotto. Per tale motivo in caso si voglia consumare del pesce crudo, marinato o non completamente cotto il prodotto deve essere preventivamente congelato per almeno 96 ore a –18°c in congelatore domestico contrassegnato con tre o più stelle. Per i punti vendita e ristoranti è invece obbligatorio l’uso dell'abbattitore, apparato che porta in breve tempo la temperatura a -20°c per almeno 24 ore e deve esserne data informativa ai consumatori. La sindrome sgombroide, infine, è un'intossicazione provocata dall’ingestione dell'istamina presente nel pesce per il mancato rispetto della "catena del freddo", dalla pesca sino al consumo finale. La cottura non elimina il rischio di intossicazione
Per allergia al pesce s'intende la reazione di soggetti predisposti alle proteine presenti solo in alcune specie di pesci. Tra quelli più allergenici il merluzzo ed il salmone anche cotti. L'anisakis è invece un parassita presente soprattutto nel pesce azzurro che può provocare non solo reazioni allergiche, ma anche intossicazioni. Gli effetti della presenza dell'anisakis sono più severi se il pesce viene mangiato crudo o poco cotto. Per tale motivo in caso si voglia consumare del pesce crudo, marinato o non completamente cotto il prodotto deve essere preventivamente congelato per almeno 96 ore a –18°c in congelatore domestico contrassegnato con tre o più stelle. Per i punti vendita e ristoranti è invece obbligatorio l’uso dell'abbattitore, apparato che porta in breve tempo la temperatura a -20°c per almeno 24 ore e deve esserne data informativa ai consumatori. La sindrome sgombroide, infine, è un'intossicazione provocata dall’ingestione dell'istamina presente nel pesce per il mancato rispetto della "catena del freddo", dalla pesca sino al consumo finale. La cottura non elimina il rischio di intossicazione
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Il nostro progetto si propone di fornire ai consumatori strumenti efficaci di valutazione per effettuare scelte responsabili di acquisto dei prodotti alimentari. Scarica la nostra guida, ti aiuterà a conoscere e capire correttamente le etichette alimentari.
Occhio all'etichetta!
Le informazioni contenute nelle etichette non sempre sono di immediata e facile comprensione, forse puoi approfondire ancora qualcosa scaricando e leggendo la nostra guida.
Wow!
Mangiar bene è una scelta responsabile e tu sembri proprio saperlo! Potresti segnalare la nostra guida alle persone che conosci per aiutare anche loro a diventare consumatori consapevoli.
L'intolleranza alimentare consiste in una reazione metabolica dell’organismo nei confronti di un alimento o di un suo componente e dipende dalla quantità dell’alimento che si ingerisce. L'intolleranza ad un certo alimento provoca disturbi, anche importanti, ma raramente con seri rischi per la salute. L'allergia alimentare, invece, è una reazione del sistema immunitario a un determinato cibo, percepito dall'organismo come nocivo: anche una piccola quantità dell'alimento allergizzante può scatenare la reazione, che si può manifestare con problemi digestivi, orticaria, gonfiori. L'allergia può avere effetti gravissimi. La celiachia è una patologia intestinale infiammatoria permanente, di tipo autoimmune, scatenata dall'ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti.